martedì 15 aprile 2014

Biblioteche di Roma, la felicità della condivisione

La nuova biblioteca Vaccheria Nardi
Una nuova testimonianza d'affetto verso l'Istituzione delle Biblioteche di Roma, ora a a rischio ridimensionamento per un'incipiente, inutile, spending review (le biblioteche comunali sono in pareggio di bilancio).
Una utente, Federica, ricorda il suo percorso di frequentatrice trentennale: un itinerario che parte dalla storica biblioteca Assarotti a Montemario (ora chiusa) e Borromeo (ora Franco Basaglia) sino ai nuovi e attrezzatissimi locali della Vaccheria Nardi (ex Mozart), nei pressi della via Tiburtina e della Cornelia (zona Montespaccato/Primavalle). 
 
 
Federica De Chicchis
 
Mi è venuto in mente che anche io ho una storia che ha a che vedere con le biblioteche romane. E forse vale la pena raccontarla ora e qui.
 
Avevo quasi 14 anni e mi ero messa in testa di fare la tesina per gli esami di terza media sul conflitto arabo-israeliano (ahimè, ci sono nata con certe “passioni”!!). Mi feci accompagnare da un’amica alla biblioteca di Via Assarotti, a Monte Mario. La conoscevo da un’amica di mia madre che ci prendeva i libri. E trovai qualcosa. E feci la mia tesina. Era il 1987.
 
Nei primi anni d’università ho abitato per qualche anno in zona Tiburtina. Frequentavo la biblioteca di Via Mozart. Ci prendevo i libri per me. Ma, soprattutto, in quegli anni trascorrevo molto del mio tempo con i miei due nipoti. Così appena il più grande ha iniziato le elementari, ho portato lui e sua sorella di 4 anni alla biblioteca Mozart. Con Lorenzo sceglievamo qualche libro sui dinosauri, lui si sedeva su un tavolino basso e li sfogliava/leggeva. Poi ne sceglieva uno da portare a casa. Nel frattempo con Sofia andavamo nell’area dedicata ai più piccoli e sfogliavamo insieme un bel libro di favole. Era il 1998. Sofia, che ora ha 20 anni e frequenta lei l’università, ha cominciato ad andare alla biblioteca Vaccheria Nardi: le hanno detto che è già iscritta, da tempo.
 
Tornata nella mia zona al posto della Assarotti ho trovato la biblioteca Borromeo. Ci andavo a prendere i libri di favole per leggerli ai bambini cui facevo la baby sitter la sera, che non avevano un libro in casa e a cui nessuno, tranne me, leggeva favole.
 
Poi il lavoro mi ha portato ad essere quotidianamente a Primavalle. Dove la Borromeo s’era trasformata in Franco Basaglia. In quel periodo prendevo un sacco di cd.
 
E infine in giri di giostra mi hanno portato alla biblioteca Cornelia. Ci sono arrivata perché nel mio G.A.S. [Gruppo d'Acquisto Solidale] c’è un sacco di gente che la frequenta e varie persone che ci lavorano. Tutte belle e appassionate. E solidali. Qui ho trovato tanto dinamismo, idee. E passione e professionalità. Con il G.A.S. abbiamo organizzato una serata su alimentazione e salute. Ci ho visto film. E ho partecipato ad un incontro sulla violenza domestica insieme a, tra gli altri, insegnanti e alunni del quartiere. Qui voglio portare mio figlio, che ora ha un anno e sfoglia i libri cartonati.
 
Questa è la mia storia. Fino ad oggi.
 
Io non credo che questa Amministrazione (che ho votato e appoggio) desideri privare la città della libertà che deriva dalla conoscenza; della bellezza che deriva dall’immaginazione; della felicità che deriva dalla condivisione.

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