lunedì 5 maggio 2014

Le terre pubbliche non si vendono. La cooperativa Coraggio dà voce ai giovani agricoltori

Raethia Corsini
Ci sono giovani che da tempo stanno cercando di salvaguardare le terre pubbliche per sottrarle alla speculazione edilizia e restituirle alla "terra". Succede a Roma. Non riguarda il nostro quartiere (Monteverde), ma tutti i quartieri, tutti i municipi e le circoscrizioni. Perché le terre pubbliche destinate all'agricoltura sono una questione di tutti. Oggi la cooperativa agricola Coraggio (della quale abbiamo già parlato in questo blog il 24 giugno del 2013) dalle 9.30 è in sit-in davanti alla Sala Tirreno della Regione Lazio contro l'art.20 della Proposta di Legge n.147 che si propone di vendere il patrimonio agricolo pubblico.
Qui di seguito il loro comunicato diffuso nelle prime ore di questa mattina. Con allegata foto finale del presidente della regione.


LE TERRE PUBBLICHE ORA NON SI VENDONO
la Regione Lazio cancelli l'art.20 della Pl 147

“Zingaretti c'eravamo tanto amati?”, “La terra è di tutti e non si svende”, “Terre pubbliche ai giovani agricoltori”. Sono alcuni degli slogan scelti dal Coordinamento Romano Accesso alla Terra (CRAT) che stamattina dalle 9.30 è in sit-in davanti alla Sala Tirreno della Regione Lazio contro l'art.20 della Proposta di Legge n.147 che si propone di vendere il patrimonio agricolo pubblico. Una misura inserita nel III capitolo 'Disposizioni per lo sviluppo e la competitività' che va nella direzione opposta rispetto a quanto finora annunciato dal presidente Nicola Zingaretti e dalla sua Giunta sulla volontà di rilanciare l'agricoltura concedendo in affitto le terre pubbliche ai giovani agricoltori.


«Un anno fa, proprio come recita la campagna mediatica della Regione Lazio, il presidente Zingaretti ha firmato la petizione ' #TerrePubbliche ai giovani agricoltori' impegnandosi a scongiurare la vendita di un bene collettivo non riproducibile quale è la terra - dichiara il Coordinamento Romano Accesso alla Terra -, oggi gli chiediamo di non rendersi complice di una proposta di legge che invece cancella la tutela di tutti i terreni a vocazione agricola di proprietà regionale e che svilisce i beni comuni rispolverando la vecchia idea per cui ripianare il bilancio si traduce nella svendita delle risorse pubbliche. A tal proposito alcune sigle del Coordinamento stanno inoltre presidiando l'area di Castel di Guido per chiedere che quei 2000 ettari non siano venduti». «Il paradosso è che solo due mesi fa, quando l'agenzia regionale Arsial pubblicava un bando per assegnare 320 ettari di terreno ai nuovi agricoltori, lo stesso Zingaretti ha rilevato “l'opportunità data ai giovani che vorrebbero investire su questo settore ma non ne hanno possibilità”, ci chiediamo allora cosa sia cambiato adesso e a quale fetta di facoltosa utenza gioverebbe la vendita delle terre - aggiunge il Coordinamento Romano Accesso alla Terra – il Lazio è la seconda regione in Italia per il numero di beni agricoli pubblici eppure diversamente dall'Umbria, solo per fare un esempio, non ha ancora “normalizzato” il diritto all'accesso alla terra, nonostante peraltro il movimento di agricoltori, ortisti, sigle di settore e associazioni sul territorio romano è stato quello più vivo a livello nazionale. Non è un caso se un anno fa la petizione '#Terrepubbliche' abbia raccolto più di 10mila firme in sole due settimane e se la sensibilità dell'opinione pubblica negli ultimi due anni sia incredibilmente cresciuta anche grazie al lavoro di questo Coordinamento».

«Chiediamo al presidente Zingaretti, alla sua Giunta e ai consiglieri tutti, di ritirare l'art.20 della PL 147, dimostrando realmente un segno di discontinuità con le politiche del passato – conclude il Coordinamento Romano Accesso alla Terra – chiediamo poi che le terre pubbliche vengano messe a reddito attraverso affitti equi per garantire fruibilità e servizi ai cittadini, ed è quindi il momento di lavorare ai sottoprogrammi del Psr per lo sviluppo produttivo e occupazionale a vantaggio di tutte le attività agricole regionali, in particolare quelle delle aziende di più modeste dimensioni, con una progettualità che promuova la tutela e la valorizzazione del paesaggio e dell'ambiente, e sia in grado di prevenire qualsiasi forma di speculazione».

Al presidente Zingaretti verrà consegnata la foto in allegato



Ecco com'è andato l'incontro: 



Terre Pubbliche, “Zingaretti ha aperto il confronto, ora cancelli le vendite”
“Il primo dato positivo è che si è riaperta un'interlocuzione con la Regione Lazio nell'ottica 
di scongiurare la svendita delle terre pubbliche, come invece prevede l'art.20 della Proposta di Legge 147 che verrà discusso nei prossimi giorni in commissione Bilancio. Bisognerà tuttavia verificare i frutti dell'apertura al confronto annunciato dal presidente Zingaretti e dall'assessora Sonia Ricci con il Coordinamento romano accesso alla terra (Crat) che continua a chiedere di mettere a reddito il patrimonio agricolo regionale con affitti equi in particolare per giovani agricoltori”. Così in una nota il Coordinamento romano accesso alla terra che stamattina ha incontrato il governatore della Regione Lazio e l'assessora Ricci a margine dell'incontro sul Tavolo di partenariato 2014/2020. Il Coordinamento ha provocatoriamente consegnato a Zingaretti la foto che lo ritraeva con il cartello “#Terrepubbliche ai giovani agricoltori”, una petizione che in sole due settimane ha 
raccolto diecimila firme e che lo stesso Zingaretti ha firmato esattamente un anno fa, impegnandosi a evitare la vendita di un bene collettivo non riproducibile quale è la terra. “Abbiamo chiesto al presidente Zingaretti di non rendersi complice di una proposta di legge che invece cancella la tutela di tutti i terreni a vocazione agricola di proprietà regionale e che svilisce i beni comuni rispolverando la vecchia idea per cui ripianare il bilancio si traduce nella svendita delle risorse pubbliche – aggiunge il Coordinamento – Zingaretti e Ricci si sono detti disponibili a rivedere l'art.20 raccogliendo le nostre richieste, e confermando la volontà di mettere a reddito i terreni incolti. Non ci convince tuttavia l'idea, espressa dal presidente, che l'art.20 possa servire ad arginare e prevenire le situazioni di mala gestione e illegalità del patrimonio pubblico. Siamo convinti che un'amministrazione sana debba tutelare il proprio patrimonio garantendo al contempo una gestione virtuosa senza perderne il controllo pubblico che è l'unico in grado di garantire servizi e fruibilità per tutti”.

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